Il convento di S. Paolo , si nasce e si sviluppa con il passare di molti anni sopra un isolotto che all’ inizio era considerato uno scoglio deserto e abbandonato. Venne considerato un’ appendice dell’isola più grande ma entro a quali confini non era stato ben considerato. In quei tempi Rinaldi aveva scritto con il suo stile seicentesco: “Io non voglio hora fare l’Archimede , nè tirar le linee de confini, assendo che nell’acque le cose non ponno ordinariamente havere fermezza; perciò ancora quelli di Siviano dicono che quanto al sito sia compreso nel distretto del loro commune, ma quanto alla pratica e consuetudine il tengono nel suo quelli di Peschiera…….”.

Iseo, Siviano e Peschiera si contendono quindi lo storico isolotto perchè fu per oltre sette secoli, la sede di una casa religiosa con l’assenza di una giurisdizione che ha fatto perdere le tracce sulla sua primitiva appartenenza, al Pagus d’Iseo. La sua dislocazione geografica lo colloca in linea diretta sulla navigazione dei porti di Lovere e Pisogne ed anche quello di Iseo qui i due porti avevano un attracco esclusivo. Questa linea costeggia il fianco roccioso di Siviano, rendendo così impossibile l’attracco e l’approdo in particolare per i barconi. L’isola di San Paolo che è piana viene facilmente raggiunta venendo così utilizzata come rifugio per i naviganti sorpresi da una improvvisa bufera. La denominazione S. Paolo è data dal motivo che l’apostolo Paolo era un navigatore che tante volte affrontò e superò le bufere del mar Mediterraneo, sembra così una identificazione benefica della funzione, di rifugio che aveva questo scoglio.

Isola di San Paolo - Monteisola

Nel XI secolo l’isolotto passò di proprietà della famiglia dei Mozzi, che se ne era impossessata probabilmente illegalmente per usurpazioni molto facili e generali al tempo. Nel 1091 i Mozzi lo (restituirono) o lo donarono al monastero dei Cluny, che vi instaurarono un priorato, dipendente però dal monastero bergamasco di S Paolo D’Aragon in Val Cavallina. Il priorato cluniacense, subentrò per riassumere le funzioni di ospitalità di questa Stazione , la quale, fu poi in seguito quello di Cremignane, fu poi subito oggetto alla S. Sede,alla quale era data tassa annua per esenzione. Nel numero di priorati cluniancensi bresciani solo questi ebbero la protezione apostolica; questo fatto fa sospettare che tale privilegio sia stato ottenuto per premunirsi contro ingerenze di chiesa nelle vicinanze, in poche parole verso l’arciprete e il capitolo della pieve d’Iseo, che avrebbero potuto vantare diritti di giurisdizione parrocchiale su tutti e tutto. Il monasterium exemptum S.t. Pauli in insula Lacuspassando così di proprietà( per compera o per usurpazione ? ) della nobile famiglia Fenaroli di Pilzone, che per rispettare antiche tradizioni del luogo, sacro alla contemplazione, alla preghiera e all’ospitalità, lo cedette ai frati Minori dell’Osservanza, mantenendo peròcon riserbo la sepoltura gentilizia.

Alessandro Fenaroli fu il fondatore del monastero degli Osservanti DOMUS SUAE ET PETRIAE DECUSÓ (decoro del casoto e della patria), morto il 15/08/1525 e sepolto nella chiesa di S. Paolo, davanti alla cappella dell’Immacolata che aveva eretto a sue spese. Sulla scritta sepolcrale del Rinaldi èriportata la scritta dove si afferma che egli FUHUIUS COENOBII DEVOTUS ERECTORÓ ( devoto costruttore di questo convento), ed il 1490, la data che gli storici francescani danno come probabile anno d’erezione I successori del Fenaroli fecero dipingere nel chiostro il loro stemma nobiliare per confermare il loro patronato gentilizio del convento, su cui loro ebbero continuo beneficio fino alla soppressione che avvenne nel Gennaio 1783. Così i 14 frati furono trasferiti nel convento di S. Francesco d’Iseo e l’isola passò così di proprietàprivata. Ora diventata una casa per villeggiature estive e non rimane più niente nè della chiesa nè del chiostro antico.

Al sig. Battista Berardelli si rivolse il Sig. Ghirardi che per l’isoletta sembrava che dovesse aver grandi progetti: un’ipotesi era quella che avrebbe installato una fabbrica di BANDE STAGNATE (lamierino stagno ), una cosa che era totalmente assente dalla produzione del territorio della Repubblica per cui si sarebbe assicurato il privilegio e l’esclusiva di produzione sul territorio. La Serenissima che ara mai era in profonda crisi non diede risposta a Berardelli, che con una lettera il 22.2 -1785 , indirizzata al Ghirardi e girata a Venezia, rifece la sua offerta, impegnandosi a pagare un’affitto di £ 124 (all’epoca una cifra stratosferica).

Però Ghirardi nel mentre aveva fatto tracciare una cartina e stendere una relazione sulla possibile vendita dell’isolotto. Ma la Serenissima appunto in crisi non aveva intenzione di affittare ma voleva vendere così continuava a non prendere in considerazione le offerte di Berardelli che però non mollò l’osso e con una lettera il 6/5/1785 ci riprovò con motivi molto seri, descrivendo lo stato pietoso degli stabili, prendendosi la briga di badar personalmente a tutti gli edifici accontentandosi solo del reddito dato dagli orti. Così a questo punto l’isolotto fu suo. Spinto poi dagli abitanti di Sensole, che erano stanchi di appartenere alla parrocchia di Siviano, domandò di poter riavviare al culto la propria chiesa.

CURIOSITA

  • Verso la fine dell’800, da fonti ormai certe, siamo in grado di poter affermare che l’isolotto era raggiungibile a piedi attraverso una strada che giungeva da Sensole, in alcuni periodi dell’anno, quando l’acqua era più bassa. Ancora oggi, visibile sott’acqua, a pochi metri dallo scafo della barca si può vedere parte dell’antico sentiero che congiungeva le due isole.
  • L’isola di San Paolo resta ad oggi uno dei punti più pescosi del lago d’iseo: coregoni, lucci, pesci persici e tinche. Molti sono i pescatori che si ritrovano a pescare attorno all’isola che grazie ai suoi fondali svariati, bassi per certi tratti con piane di diversi metri che non scendono al di sotto dei 9 metri, fino ad arrivare a profondità variabili che tocano anche i 100 metri.
  • Secondo alcune voci molto attendibili l’isolotto sarebbe ora di proprietà della famiglia Beretta (i famosi costruttori d’armi della Val Trompia residenti a Gardone). Per quanto ci riguarda non li abbiamo mai visti sull’isola, ma il custode (residente a Monteisola) cura e gestisce gli affari dell’isola per loro.