Guardando con attenzione la dislocazione delle fortificazioni poste sul Sebino, é possibile osservare la differenza tra le numerose difese sulla sponda bergamasca,rispetto alle poche su quella bresciana.In effetti ,discendendo la valle,arrivati a lovere,non si poteva proseguire via terra verso sud,a causa delle pareti a strapiombo roccioso sul lago.

rocca martinengo

L’unico percorso possibile era o per la valle Cavallina, o sulla sulla sponda bergamasca aggirando lo strapiombo roccioso da Solto Collina.
Per questi motivi fu’ scelto come punto per l’erezione del castello Oldofredi nel XIV secolo uno sperone roccioso rivolto sulla sponda bergamasca ,di fronte a Tavernola, da dove era possibile controllare tutto il lago da nord a sud.Il castello che si erige sopra il golfo di Sensole,tra Peschiera e Siviano,é uno dei monumenti piu’ caratteristici del posto.Lo spicchio murato si abbassa sopra l’abitato di Sensole:serviva ad evitare sorprese e poteva accogliere la popolazione.

Il castello non sorgeva nel punto piu’ alto dell’ isola,gia’ occupato dal Santuario della Ceriola, e non si preoccupava di controllare la sponda bresciana in quanto anche questa, come Peschiera, dove vi era il castello, era sotto la giurisdizione degli Isei poi Oldofredi, e da essa non potevano venire offese.Non si sa quando i Martinengo acquistarono la rocca, ma si puo’ suppore che sia stato Antonio Prevosto attorno alla meta’ del secolo XV.

In quel secolo si puo’ ricordare la grande rovina degli Oldofredi a causa della loro amicizia con i Visconti,con la necessita’ per essi di vendere ,metre al contrario i Martinengo per i servizi resi alla Serenissima, appena piantata nel bresciano ,potevano avere grandi possibilita’.

Dopo il 1427 quando il territorio bergamasco passo’ sotto Venezia,la funzione difensiva della rocca meno ,fu’ ridotta alla funzione palazzo.Cosi fan supporre le cornici e le loro montature nelle finestre e nell’ ampio portale scolpiti in pietra di Sarnico, fino allora mai usata sull’isola.Quest’opera compiuta forse dal valoroso Girolamo o ancora prima da suo padre Antonio II.

Rocca Martinengo – Menzino

Ma in seguito pur essendo stato modificato , l’edificio non dovette essere di grande gradimento per i signori.Questi se avevano qualche periodo di tranquillita’ con la loro famiglia erano piu’ comodi ad andare in belle ville della bassa, nel castello di Padernello o nella grande corte del Cannello presso Bagnolo. Questa dimora in un isola lontana dal mondo, senza terreni adiacenti ed anche dai loro diretti interessi,fu’ cosi abbandonata. Dalla fine del 500 sara’ denunciata nelle loro polizze come “rocchetta mezzo rovina”.

Passando cosi dopo la morte dell’ultimo dei Martinengo(Padernello, Girolamo silvio “1753-1833”) alle cugine Molin, in seguito agli erdi Salvadego e Pancera di Zoppola.
Montisola nelle divisioni ando’ a Salvadego che pero’ lasciarono andare il castello in rovina

… Oggi il castello si presenta’ su base quadrata, imperniato attorno ad un’imponente torre a pianta circolare e base scarpata, origine e fulcro del castello, con il lato verso monte adibito a residenza, tutto costruito nel secolo XV tra due torri di spigolo a base tonda, sopra il cortile , tutto agibile al primo livello.

Ma per tre lati sopra il cortile c’erano solo tre muri alti due livelli, con un cammino di ronda al secondo. Adesso in questo secolo con il castello all’abbandono e pericolante un tipico temporale di forte entita’ “sarneghera” ha fatto crollare il muro di fronte alla parte abitativa.

Veduta sulla Rocca Martinengo e la località di Sensole

Guardando l’edificio dall’alto si puo’ scorgere un importante elemento costituito dallo spicchio murato del colle, che scendeva fin quasi sopra il paese di Sensole, come possibile protezione o come rifugio per la popolazione in caso di pericolo.Ogni castello nasce con torre di avvistamento, e di segnalazione, che si protegge poi con un muro distnziatore cui in seguito si addossano le costruzioni e Montisola ne e’ un esempio chiaro. La torre cilindrica , a base troncoconica , era impiantata sulla roccia al piano dell’ odierno circuito al primo livello, coperto dal cortile in un secondo tempo. Danna pianta al piano del cortile si vede il rivellino con il ponte levatoio in corrispondenza all’ ingresso cinquecentesco laterale, il lato squarciato dalla “Sarneghera”, quello con il piano inclinato al piano inferiore , percorribile anche dagli animali o da eventuali armi pesanti , poi il secondo livello della torre e la zona aggiunta per il soggiorno del signore.

La scala interna della torre partiva dal cortile e giungeva al piano delle stanze e del cammino della ronda.Dal verso del rivellino era l’unico accesso pedonale per avvicinarsi al castello,che si parte dalla strada che porta alle prime case di Sensole.La scritta “EX ALTO” e’ incisa su di una trabeazione sostenuta da due lasene affiancate al grande portale in pietra di Sarnico costituito da bughe molto ampie A questo portale si arrivava tramite un ponte levatoio che permetteva di oltrepassare una strettoia ata circa 3metri, posta fra la del castello e un piccolo mastio con merlatura. In parte al portale c’e’ una grossa feritoia, quasi una cannoniera.

Nel lato a monte si notano con facilita’ le finestre esistenti,senza contorno al trzo livello, mentre al secondo quelle rinascimentali e le nuove finestre restaurate ,dove non erano previste aperture e nemmeno delle feritoie. Su questo piano c’erano delle “belle stanze”. In alto c’e’ un accenno di merlatura tutta sbirciata.